L’acido

Il miracolo del pH alcalino di Robert YoungStiamo partendo dal presupposto che fra tutti gli equilibri, che il cor­po umano si sforza di mantenere il più importante è quello acido-alcalino. I testi della medicina convenzionale concordano tutti: l’equilibrio del pH nel flusso sanguigno umano è uno dei più importanti equilibri biochimici di tutta la chimica del corpo umano. La medicina convenzionale, tuttavia, non comprende né sta ancora seriamente indagando quanto l’organismo si stravolga pur di conservare tale equilibrio. Il corpo umano è stato conce­pito per essere alcalino e farà di tutto per conservarsi lievemente alcalino, conformemente alla caratteristica propria del sangue e dei tessuti. Ma tutte le funzioni corporee producono degli effetti acidi; è fin troppo facile, ed anche molto frequente, che sangue e tessuti del corpo diventino acidi. Il fatto è che il corpo umano è alcalino nella struttura, acido nella funzione. In pratica, ciò significa che il corpo ha bisogno di carburante alcalino, mentre gli acidi sono il sottoprodotto di tutta l’attività metabolica. Aggiungetevi a tale attività un enorme disordine alimentare e l’esito è la massiccia iperacidificazione di cellule, tessuti, organi ed, infine, del sangue. Tale squi­librio fissa l’inizio del caos, aprendo la porta alla malattia ed al malessere. L’iperacidificazione dei fluidi e dei tessuti del corpo è alla base di tutte le malattie e, anche, del generale malessere. Per prima cosa, solo quando il corpo è acido esso è vulnerabile ai germi: in un ambiente sano, i germi non possono avere un punto d’appoggio. Inoltre, gli acidi sono l’espressione di tutte le malattie ed i disturbi, come anche del malessere. In breve. una buona salute richiede che il corpo sia in un appropriato equilibrio acido-alcalino. Scegliere una dieta ed uno stile di vita opportuni (come esposto in questo libro) è la sola strada per assicurarselo.

La relazione tra acido e alcalino è scientificamente quantificata su una scala da 0 a 14 ed è nota come pH (pronunciato come le due lettere), che sta per potential hydrogen (potenziale idrogeno). Su questa scala il 7 equivale al neutro. I valori al di sotto di 7 sono acidi, quelli al di sopra sono basici o alcalini. Tecnicamente il pH riflette la concentrazione degli ioni idrogeno (molecole caricate positivamente) in qualunque sostanza o s eduzione. Viene misurato su di una scala logaritmica nella quale ogni unita in salita (o in discesa) riflette una differenza pari al decuplo del valore. Ad esempio, una sostanza con pH 5 è 10 volte più acida di una con pH 6: una con pH 8 è 10 volte più alcalina di una con pH 7. Valori più elevati. ossia maggiormente alcalini, significano maggiore potenziale di assorbimento a; ioni idrogeno o acidi; valori più bassi indicano, invece, un potenziale inferiore.

Ma non è necessario capire qui i dettagli della chimica. Basta sapere che questi due tipi di sostanze chimiche (acide ed alcaline sono opposti e che, quando si incontrano in determinate proporzioni, s: neutralizzano l’un l’altro, creando un pH neutro.

Comunque, nel sangue ed in altri fluidi dei tessuti corporei occorrono circa 20 volte più sostanze alcaline per poter neutralizzare una determinata quantità di acido. Pertanto, è meglio e più facile mantenere l’equilibrio, anziché ripristinarlo in un corpo ormai ecces­sivamente indebolito!

Il sangue

Così come la temperatura del nostro corpo deve essere mantenuta a 37° C, ugualmente il nostro sangue deve essere mantenuto al pH ideale, leggermente alcalino, di 7.365. (Un medico convenzionale accetterebbe un valore fino a 7.4 ma ciò comporta dei problemi, come vedremo più avanti.) Aree diverse del corpo esigono condizioni diverse e specifiche di pH ma il san­gue necessita di restare entro limiti molto più ristretti. Il pH del sangue è, perciò, un attendibile indicatore delle condizioni generali interne. Preserva­re il pH alcalino dei fluidi corporei, incluso quello di sangue, urina e saliva (e persino di lacrime e sudore, sebbene normalmente questi non vengano misurati) è cruciale per la buona salute. Tra questi fluidi il sangue è il più importante.

L’alterazione fisiologica ed il malessere sono quasi sempre il risultato di acido in eccesso che altera forzatamente e, quindi, stressa l’equilibrio del pH fisiologico fino ad indurre il corpo a manifestarne i sintomi, quelli che noi chiamiamo malattia (approfondirò meglio tale confusione in seguito). La malattia può anche essere semplicemente l’effetto tossico innescato da una fonte esterna come, ad esempio, l’esposizione all’inquinamento atmo­sferico provocato da fumo, da automobili o aerei oppure da veleni originati da discariche, cosa molto più rara. I sintomi possono essere l’espressione di questa alterazione forzata ma possono rappresentare anche un segno dello sforzo a cui il corpo si sottopone per ripristinare l’equilibrio. A seconda del livello e dell’entità dello stress, i sintomi potrebbero non essere chiari o, addirittura, nemmeno visibili. La trappola sta in un eccesso di acido che generiamo noi stessi, a causa delle scelte che facciamo. La buona notizia, quindi, è che, una volta riconosciuto questo dato di fatto, possiamo fare scelte differenti. Ma dobbiamo essere pronti a prenderci la responsabilità per il nostro stile di vita e le scelte alimentari acidificanti, prima di essere in grado di apportare i cambiamenti salutari.

Tutti i meccanismi di regolazione del corpo (compresa la respirazione, la circolazione, la digestione e le funzioni ghiandolari) lavorano per ripristi­nare il delicato equilibrio interno acido-alcalino. I nostri corpi non possono tollerare squilibri acidi prolungati. L’acidità vi si rivela in 7 fasi:

  1. Perdita di energia.
  2. Sensibilità ed irritazione come nella IBS ossia la sindrome da colon irritabile, chiamata anche colon spa­stico; N.d.T.].
  3. Muco e congestione.
  4. Infiammazione.
  5. Sclerosi di tessuti molli {indurimento, come nel caso di lupus, ma­lattia di Lyme, fibromialgia, ispessimento arterioso, placche).
  6. Ulcerazione.
  7. Degenerazione (cancro, cardiopatia, ictus, AIDS, SLA o sclerosi la­terale amiotrofica, sclerosi multipla, diabete).

Nelle fasi iniziali dello squilibrio, i sintomi potrebbero non essere molto intensi e potrebbero includere manifestazioni come eruzioni cutanee, emi­cranie, allergie, raffreddori, influenze e sinusiti. Man mano che la situazione peggiora, si presentano fenomeni più gravi: gli organi ed i sistemi indeboliti iniziano a cedere determinando disfunzioni nelle ghiandole tiroidee e sur­renali, nel fegato e così via. Se il pH dei tessuti si sbilancia troppo verso l’acido, i livelli dell’ossigeno diminuiscono ed il metabolismo cellulare si ferma. In altre parole, le cellule muoiono. Voi morite.

Pertanto, un pH che tende verso il basso non può essere ammesso; per prevenirlo, quando il sangue si trova di fronte ad un eccesso di acido, esso comincia ad estrarre i minerali alcalini dai nostri tessuti per controbilanciar­lo. C’è un gruppo di minerali basici, particolarmente adatti a neutralizzare o eliminare gli acidi forti, che comprende: sodio, potassio, calcio e magne­sio. Quando questi minerali reagiscono con gli acidi, creano sostanze molto meno nocive che vengono poi eliminate dal corpo.

Ora, un corpo sano contiene riserve supplementari di questi minerali al­calini per rispondere alle richieste di emergenza. Ma, se ce ne sono quantità insufficienti nella dieta o nelle riserve, vengono recuperati altrove e potreb­bero essere sottratti al sangue (come per esempio il sodio o il potassio), alle ossa o cartilagini (per esempio il calcio) o ai muscoli (per esempio il ma­gnesio) dove sono, naturalmente, necessari. Questo può, facilmente, con­durre a stati di carenza ed ai molti e svariati sintomi che ne conseguono.

Questa è appena la punta dell’iceberg. Se il sovraccarico acido oltrepassa la capacità sanguigna di bilanciarlo, l’acido in eccesso viene scaricato nei tessuti come deposito. Poi il sistema linfatico (immunitario) deve neutra­lizzare ciò che può e cercare di liberarsi di tutto il resto. Sfortunatamente, liberare i tessuti dall’acido significa, in pratica, riscaricarlo nel sangue. In tal modo s’innesca un circolo vizioso di prelevamento ancora maggiore di minerali alcalini, sottraendoli alle ordinarie funzioni, cosa che, oltretutto, stressa il fegato ed i reni. Inoltre, se il sistema linfatico è sovraccarico o i suoi vasi non drenano correttamente (una condizione spesso causata dalla mancanza di esercizio fisico), l’acido si accumula nei tessuti connettivi.

Questo squilibrio del pH di sangue e tessuti porta ad irritazione ed in­fiammazione e prepara la base alla malattia ed al malessere. I malesseri acuti o ricorrenti scaturiscono dalla mobilizzazione delle riserve di minerali alcalini nel tentativo di prevenire la distruzione delle cellule oppure da tentativi urgenti di disintossicazione da parte del corpo. Per esempio, il corpo potrebbe disfarsi degli acidi attraverso la pelle provocando sintomi come eczema, acne, foruncoli, cefalee, crampi muscolari, indolenzimento, gonfiore, irritazione, infiammazione, malesseri e dolori generali. I sintomi cronici si manifestano quando tutte le possibilità di neutralizzazione o eli­minazione degli acidi sono state esaurite.

Quando i residui acidi si accumulano nel corpo ed entrano nel flusso san­guigno, il sistema circolatorio cercherà di liberarsene sotto forma gassosa o liquida, rispettivamente attraverso i polmoni o i reni. Se ci sono troppi rifiuti acidi da gestire, essi si depositano in vari sistemi organici (compresi cuore, pancreas, fegato e colon) o nei tessuti grassi (compresi seni, fianchi, cosce, pancia e cervello). Tali depositi ci sono noti con nomi quali poli­pi, ritenzione idrica, cisti, cristalli acidi, tumori, verruche, gonfiori, noduli, masse, macchie, nèi, vesciche, sacche e così via.

I microorganismi

Una delle conseguenze peggiori in un organismo iperacidificato è rappresentata dalle bestiole che vi prosperano ossia batteri, lieviti (o funghi) e muffe. (Possono essere individuati molto facilmente nel sangue vivo.) I rifiuti acidi di origine alimentare e metabolica pongono le premesse per lo! sviluppo, potenzialmente devastante, di una serie di microbi ospiti nel vo­stro corpo, a partire dalla candida. Candida è il nome latino di quel micror­ganismo comunemente noto come uno dei lieviti presenti nel corpo umano, ma si tratta in realtà di una specie di fungo. I lieviti ed i funghi (e le muffe, a loro strettamente imparentate) sono forme di vita unicellulari derivanti da vegetali, animali e materia umana. Si trovano assolutamente ovunque: nella terra, nell’aria, nell’acqua. Per esempio, la candida si trova normalmente nel tratto gastrointestinale per via della decomposizione delle sostanze ali­mentari. (Effettivamente moriremmo senza essa.) Tuttavia, può facilmente e drasticamente crescere in sovrabbondanza causando un’ampia varietà di sintomi, dal fastidioso al cronico ed al mortale. Questo è il microrganismo che fin troppe donne conoscono come infezione da lievito e che i genitori potrebbero aver conosciuto, se i loro bambini hanno avuto il mughetto (che è la candida che cresce in gola).

Mentre la medicina convenzionale riconosce questi sintomi ed una man­ciata di altri problemi patologici derivanti da batteri, lieviti e funghi, la verità è che con la tipica dieta americana la stragrande maggioranza della gente sviluppa un’eccessiva crescita di microbi dentro di sé, e gli effetti sono disastrosi. Inoltre, la medicina convenzionale non ha soluzioni per risolvere queste condizioni acide, se non farmaci tossici. In realtà, la can­dida in eccesso è solo una delle canaglie. Viviamo invasi da microrgani­smi in evoluzione comprendenti batteri, lieviti, funghi e muffe, come pure dalle scorie metaboliche da questi prodotte. Siamo vittime non solo degli stessi microrganismi ma, anche, delle loro escrezioni tossiche denominate micotossine ed esotossine (da mico che significa “fungo”, eso che significa “in fuori” [riferito agli scarti batterici]; tossina che significa, naturalmente, “veleno”). I microrganismi producono questi residui acidi quando ingeri­scono e trasformano (fermentano, in realtà) energia sotto forma di elettroni prelevati da carboidrati, proteine e grassi: le stesse sostanze che i nostri organismi stanno cercando di utilizzare per la produzione di energia.

La candida ed altri microrganismi approfittano delle aree più deboli del nostro organismo, avvelenandole e sovraccaricandole. In un ambiente aci­do, essi hanno fondamentalmente le briglie sciolte per distruggere tessuti e processi corporei. Vivono grazie all’energia o elettroni del nostro orga­nismo ed usano anche i nostri grassi e le nostre proteine (persino la nostra materia genetica, gli acidi nucleici) per il loro sviluppo e la loro crescita. Questi organismi letteralmente ci mangiano vivi! Poi scaricano i loro pro­dotti di scarto (acidi) nella circolazione sanguigna, ma anche all’interno delle cellule, inquinando ulteriormente il sistema.

Non sono i batteri, i lieviti, i funghi e le muffe che provocano i sintomi nel corpo umano bensì i loro scarti tossici; né tanto meno essi danno avvio ai disturbi o al malessere: essi sono solo la manifestazione di un ambiente interno compromesso che induce le cellule dell’organismo a trasformarsi in batteri, poi in lieviti ed infine in muffe. Come scrisse Rudolph Virchow: “Le zanzare cercano l’acqua stagnante, ma non sono esse a renderla sta­gnante”.

Questi organismi, rappresentativi della trasformazione biologica genera­ta dalle vostre stesse cellule corporee, ed i loro escrementi contribuiscono direttamente o indirettamente ad un’enorme lista di sintomi. La maggior parte dei malesseri e disturbi, specialmente quelli cronici e degenerativi causati da acidità cronica, permettono la trasformazione e, quindi, la proli­ferazione dei microrganismi. Tra gli estremi, quali il piede d’atleta e l’AIDS, ricorrono sintomi come diabete, cancro, arteriosclerosi (arterie ostruite), osteoporosi, stanchezza cronica, ecc., comprese le infezioni che sembrano essere trasmesse da persona a persona.

Quando i pesci sono malati, cambiate l’acqua

Pensate al vostro corpo come ad un acquario. Immaginate le vostre cellule ed i sistemi organici come se fossero pesci immersi in fluidi (compreso il sangue) che trasportano le sostanze nutritive e rimuovono le scorie. Poi, supponete che io ci avvicini il lato posteriore di un’automobile e che ponga la marmitta contro il filtro di aspirazione dell’aria che fornisce ossigeno all’acquario; l’acqua si riempirebbe di monossido di carbonio diventando acida. Immaginate, ancora, che io getti dentro cibo in eccesso o il tipo di cibo sbagliato: i pesci sarebbero incapaci di consumarlo o digerirlo tutto e, così, quanto rimasto inizierebbe a decomporsi. Scarti acidi tossici e sostanze chimiche verrebbero prodotti dal cibo decomposto rendendo l’acqua ancora più acida. Quanto tempo rimarrebbe ai pesci prima di essere spacciati?

Voi non fareste mai tali cose al più comune pesce rosso. Tuttavia, noi umani facciamo quanto ora ipotizzato ogni giorno ai nostri stessi organismi, al nostro sangue ed ai tessuti, sporcandoli con l’inquinamento provocato dall’assunzione eccessiva di cibo, dai cibi acidi e da altro ancora. In questa situazione vedremmo galleggiare i pesci a pancia in su; invece non ci accor­giamo del danno che arrechiamo al nostro corpo.

Ora, ritorniamo al nostro acquario inquinato. Se arrivaste ad un tale pie­toso stato di cose, quale sarebbe la cosa migliore da fare per porre rimedio? Curereste i pesci per le malattie che avrebbero senza dubbio sviluppato? No! Cambiereste l’acqua.

La stanchezza

La stanchezza è probabilmente il maggior sintomo o disturbo di un corpo eccessivamente acido e/o di un corpo invaso da microrganismi nocivi. È la prima fase dell’acidità. I microrganismi consumano nei nostri corpi le riserve di elettroni che, altri­menti, utilizzeremmo noi per produrre energia. Poi, e al danno si aggiunge la beffa, rigurgitano le loro scorie acide come risultato finale. È come se cercaste di versare del gasolio nel serbatoio della vostra macchina mentre qualcun altro cerca di portarvelo via con un sifone. Senza il carburante ne­cessario per continuare a muoversi, la vostra macchina non andrebbe molto lontano o non funzionerebbe molto bene. Le tossine prodotte in un corpo acido riducono l’energia o gli elettroni derivanti da carboidrati, grassi, pro­teine, minerali ed altri nutrienti, riducendo la capacità dell’organismo di produrre gli enzimi e gli ormoni e le centinaia di altri composti chimici necessari per la vitalità delle cellule e l’attività degli organi. Questo interfe­risce anche con la costruzione delle cellule e di altre sostanze necessarie per la produzione di energia. Il risultato è stanchezza, scarsa resistenza, un’in­capacità di aumentare il tono muscolare e debolezza generale.

Il pancreas, il fegato e le ghiandole surrenali, che svolgono ruoli prioritari nel controllare i livelli dell’energia, sono tutti suscettibili agli effetti negativi delle esotossine e/o delle micotossine.

I microrganismi, ossia batteri, lieviti, funghi e muffe, esauriscono rapi­damente anche le vostre riserve di vitamine del complesso B, di ferro e di altri minerali. Già questo potrebbe causare stanchezza. Un altro risultato del prosciugamento dei nutrienti del vostro corpo da parte dei microrganismi è quello di causare rapide diminuzioni dei livelli di zucchero (glucosio) nel sangue, cosa che implica, ulteriormente, stanchezza, scarsa resistenza e debolezza. L’acido alimentare e metabolico, insieme all’aumento di batteri, lieviti e funghi sbilanciano il processo che regola il contenuto di acqua e dei minerali (equilibrio elettrolitico) necessario per l’attività delle cellule, impedendo così il normale flusso di energia.

La stanchezza è il circolo vizioso numero uno: bassi livelli di energia o di elettroni incoraggiano la degenerazione biologica delle cellule corporee e la crescita eccessiva dei microrganismi nocivi.

Le cellule cancerose

Le cellule del cancro sono cellule che da sane si sono trasformate in cancerose. E sono un sintomo di acidità; ossia, quando le cellule sane vengono corrose dagli acidi alimentari e metabolici, esse possono diventare cancerose. Più acidi abbiamo nei nostri corpi, più elevato è il rischio di sviluppare del tessuto canceroso.
Le cellule sane del corpo umano prosperano in fluidi con pH alcalini lieve, moderato ed elevato (da pH 7,3 a 11). Non tollerano nemmeno un lieve stato acido. Le cellule cancerose, invece, prosperano in un pH acido di 5,5. Le cellule cancerose diventano inattive ad un pH lievemente superiore a 7,365 e si trasformano in microzimi oppure muoiono a pH 8,5 (mentre I cellule sane vivono).

La prevenzione è la migliore cura; tuttavia, un’ottima prevenzione contro la condizione cancerosa aiuterà anche a farla regredire, se eventualmente è già in essere. Sarebbe preferibile non dover mai arrivare a tale punto! Trattamenti quali interventi chirurgici e la chemioterapia non fanno nulla per sostenere il sistema immunitario o per prevenire l’accumulo di acidi nei tessuti. Questa è la ragione per cui la condizione cancerosa è così spesso recidiva. Nulla viene fatto per cambiare la condizione che ne ha dato l’avvio: l’acidità!

Ma, se voi fate sì che le condizioni cambino, potete impedire alle cellule cancerose di prendere il sopravvento. Occorre mangiare, bere ed anche muoversi e pensare in modo da ristabilire l’originario progetto alcalino del corpo. Molti studi hanno mostrato che quello che mangiamo influenza la nostra esposizione al cancro. Alcuni cibi ci difendono dall’insorgenza di cellule cancerose, altri ne promuovono lo sviluppo. Viene dato credito alle qualità anticancro di sostanze antiossidanti presenti nei cibi benefici con le vitamine C ed E, betacarotene, il selenio e l’amminoacido glutatione. E questi, in effetti, proteggono i tessuti sani dai danneggiamenti da acidità che possono innescare una condizione cancerosa. Ma in questo genere di discussione spesso sfugge un aspetto più ampio: i cibi che sostengono un corpo sano sono alcalini; i cibi dannosi sono acidi. La dieta che previene tutte le condizioni cancerose è al 100% alcalina. Non c’è spazio per nessun cibo acido, se si vuole prevenire e/o invertire una situazione cancerosa.

Fonte: Il miracolo del pH alcalino – Robert Young