Gli occultisti sanno che esistono almeno tre forze diverse e distinte, le quali sono emanate dal sole ed arrivano al nostro pianeta. Possono anche esservi altre innumerevoli forze – allo stato attuale delle nostre conoscenze nulla ci autorizza ad escluderlo -, ma quelle che noi conosciamo bene sono queste tre:

  1. Fohat o elettricità
  2. Prana o vitalità
  3. Kundalini o fuoco serpentino

Il doppio eterico di Arthur Powell - Diagramma delle forze solari ( fohat, prana, kundalini )

Fohat, o elettricità, comprende tutte le energie fisiche conosciute, le quali possono tutte tramutarsi scambievolmente l’una nell’altra, come l’elettricità, il magnetismo, la luce, il calore, il suono, l’affinità chimica, il movimento, ecc.

Prana, o vitalità, è una forza vitale la cui esistenza non è ancora ufficialmente riconosciuta, dagli scienziati ortodossi dell’occidente, benché alcuni l’abbiano intravista.

Kundalini, o fuoco serpentino, è conosciuto solo da pochissimi. La scienza ortodossa occidentale l’ignora completamente.

Queste tre forze restano distinte l’una dall’altra, ed a questo livello ( piano fisico ) nessuna di esse può tramutarsi in una delle altre. Questo è un concetto di grande importanza che lo studioso dovrebbe tenere ben presente.

Inoltre, queste tre forze non hanno alcuna relazione con le Tre Grandi Effusioni, le quali sono dei grandi sforzi speciali compiuti dalla Divinità Solare. Fohat, prana e kundalini sembrano essere invece piuttosto i risultati della Sua vita, delle Sue qualità in manifestazione, senza alcuno sforzo visibile.

Prana è una parola sanscrita, derivata da “pra” che significa avanti o fuori, e da “an”, che significa respirare, muoversi, vivere. Pra-an, o prana, significa quindi respiro o energia vitale, essendo questi termini più affini alla parola sanscrita. Siccome per i pensatori indiani non vi è che una sola Vita, una sola Coscienza, si è dato il nome di Prana al Sé Supremo, all’energia dell’Uno, alla Vita del Logos. Per conseguenza la vita di ogni piano può chiamarsi il prana del piano, in quanto prana è per ogni essere il soffio vitale.

“Io sono PranaPrana è Vita”, dice Indra, il Gran Deva, Capo della gerarchia della vita nel mondo inferiore. Qui Prana esprime evidentemente la totalità delle forze vitali. Nel Mundakapanishat è detto che da Brahma, l’Unico, procede il Prana o la Vita. Prana è anche definito come Atma nella sua attività che si esteriorizza : “Da Atma è nato Prana” ( Prashnopanishat ). Prana, ci dice Shankara, è Kriyashakti, la shakti dell’azione, e non quella del sapere. Esso è considerato come uno dei sette elementi corrispondenti alle sette regioni dell’universo, ai sette rivestimenti di Bràhma, ecc. Questi sono: Prana, Manas, Etere, Fuoco, Aria, Acqua e Terra.

Tradotto in termini più occidentali, prana sul piano fisico è meglio considerato come vitalità, come energia integrante che coordina le molecole fisiche, le cellule, ecc. e le riunisce in un organismo definito. È il “Soffio di Vita” nell’organismo, o la parte del Soffio di Vita universale che un organismo si appropria durante il periodo di esistenza corporea, a cui noi diamo il nome di “una vita”. Senza la presenza del prana non potrebbe esistere alcun corpo fisico costituente un tutto completo e manifestantesi come una sola entità; senza prana, il corpo non sarebbe altro che un insieme di cellule sconnesse. Prana le riunisce e le associa in un tutto unico e complesso, percorrendo le diramazioni e le maglie del “tessuto vitale”, di quel risplendente tessuto aureo d’inconcepibile finezza e bellezza, costituito da un solo filo di materia buddica e da un prolungamento del Sutrama, nelle cui maglie vanno poi a collocarsi gli atomi più grossolani.

Prana è assorbito da tutti gli organismi viventi, giacché per la loro esistenza sembra essenziale una certa quantità di prana. Non è un prodotto della vita, ma al contrario l’animale vivente, la pianta, ecc. sono suoi prodotti.

H. P. Blavatsky paragona il prana, energia attiva produttrice di tutti i fenomeni vitali, all’ossigeno che mantiene la combustione, a questo gas datore di vita, agente chimico attivo in tutta la vita organica. Si paragona anche al doppio eterico, veicolo inerte della vita, all’azoto, gas inerte al quale si mescola l’ossigeno, per adattare quest’ultimo alla respirazione degli animali, e che entra pure largamente nella composizione di tutte le sostanze organiche.

Il fatto che il gatto è dotato di una straordinaria quantità di prana, ha fatto nascere la credenza popolare che esso possegga “nove vite”, e sembra che da ciò sia pure indirettamente derivato il carattere sacro che nell’antico Egitto si attribuiva a questo animale.

Sul piano fisico il prana costruisce tutti i minerali, ed è l’agente di controllo nelle trasformazioni chimico-fisiologiche del protoplasma, le quali trasformazioni formano i vari tessuti delle piante, degli animali e degli uomini. Questi tessuti rivelano la presenza del prana per il loro potere di reagire agli stimoli esterni.

La fusione del prana astrale con quello fisico crea la materia nervosa, che in fondo è la cellula, e che dà il potere di sentire il piacere ed il dolore. Sotto l’azione del pensiero le cellule si sviluppano in fibre, ed il prana che pulsa lungo queste fibre è costituito di prana fisico, astrale e mentale.

Negli atomi del piano fisico il prana segue le spirille. Nel primo giro della nostra catena la Vita Monadica fluttuante attraverso la Triade Spirituale ( Atma-Buddi-Manas ) vivifica il primo gruppo di spirille, le quali vengono usate dalle correnti praniche che agiscono sulla parte densa del corpo fisico. Nel secondo giro la Monade vivifica il secondo gruppo di spirille, attraverso le quali scorre il prana collegato al doppio eterico. Nel terzo giro il terzo gruppo di spirille è risvegliato dalla Vita Monadica, ed attraverso di esse scorre il prana kamico, che rende possibile le sensazioni del piacere e del dolore. Nel quarto giro la Vita Monadica risveglia il quarto gruppo di spirille, le quali diventano il veicolo del prana kama-manasico, rendendo così gli atomi adatti a far parte del cervello, affinché il pensiero possa esprimersi per mezzo di esso.

Il progresso dell’umanità normale è ora arrivato sino a questo punto. Certe pratiche di yoga portano allo sviluppo del quinto e sesto gruppo di spirille, che servono da canali a forme di coscienza più elevate.

Non bisogna confondere le sette spirille dell’atomo con i “vortici”, i quali sono in numero di dieci, tre grossolani e sette più fini. Nei primi tre circolano correnti di diverse elettricità, mentre gli altri sette più fini rispondono alle onde eteriche di ogni genere-suono, luce, calore, ecc.

La Dottrina Segreta parla di Prana come di vite invisibili o ignee che forniscono ai microbi “l’energia vitale costruttrice“, dando loro il mezzo di costruire le cellule fisiche. Quanto alle dimensioni, il più piccolo batterio sta ad una “vita ignea” come un elefante sta all’infusorio più microscopico. “Tutto quanto è visibile in quest’universo – dall’uomo primordiale, cosciente e divino, fino agli agenti incoscienti che costituiscono la materia – è opera di queste vite”. Mediante la manifestazione di Prana lo spirito privo di parola diviene colui che parla”.

Così tutta la vitalità costruttrice, nell’universo come nell’uomo, si riassume in Prana.

Un atomo è una “vita”, e la sua coscienza è quella del Terzo Logos. Un microbo è anche una “vita”, ma la sua coscienza è quella del Secondo Logos, appropriata e modificata dal Logos planetario e dallo “Spirito della Terra”.

La Dottrina Segreta espone poi “una verità fondamentale” della scienza occulta, e cioè: il Sole è la riserva della forza vitale; da esso partono correnti vitali che vibrano attraverso lo spazio, come pure attraverso gli organismi di ogni essere vivente sulla terra. Ecco come si esprimeva Paracelso a proposito del prana: “tutto un piccolo mondo è potenzialmente contenuto nel Liquor Vitae, un nervo fluido… il quale contiene la natura, la qualità, il carattere e l’essenza di tutti gli esseri“.

Paracelso gli dava pure il nome di Archaeus. Il Dott. B. Richardson, F. R. S., lo chiamava “etere nervoso”. Le foglie di salice di Nasmyth sono riserve di energia vitale solare. Il vero sole è nascosto dietro il sole visibile e genera il fluido vitale che circola attraverso tutto il nostro sistema durante un ciclo di dieci anni.

Il vecchio Aryan cantava che Surya “nascondendo la testa dietro le vesti di Yogi, faceva in modo che nessuno potesse vederlo”.

Si ritiene che la veste degli asceti indiani, color giallo rossastro con dei punti rosa, esprimeva il prana del sangue dell’uomo, simbolo del principio vitale contenuto nel sole, o ciò che oggi si chiama la cromosfera, la regione “color rosa”.

Naturalmente i centri nervosi sono alimentati anche dal veicolo del nutrimento, o corpo denso; ma prana è l’energia sovrana che agisce attraverso i centri nervosi, rendendo obbediente questo veicolo ed adattandolo alle esigenze dell’IO, la cui sede è l’intelligenza superiore.

È importante notare che sebbene i nervi siano nel corpo fisico, non è però il corpo fisico come tale che possiede la facoltà di sentire. Come veicolo, il corpo fisico non sente; esso è un semplice ricevitore di sensazioni. Il corpo eterico riceve l’urto delle vibrazioni, ma non è nelle sue cellule che risiede la facoltà di sentire il piacere o il dolore, sebbene vi sia un leggero risveglio di sensazioni vaghe e diffuse, come quella, per esempio, di una stanchezza generale.

I contatti fisici vengono trasmessi all’interno dal prana, generando sensazioni forti, acute e definite, ben diverse da quelle attutite e generiche che provano le cellule stesse. È dunque sempre il prana che conferisce agli organi fisici l’attività sensoriale e che trasmette le vibrazioni esterne ai centri dei sensi situati nel kama, e cioè nel veicolo immediatamente vicino a quello del doppio eterico, il Manomayakosha. Mediante il doppio eterico il prana scorre lungo i nervi del corpo, rendendoli atti ad agire come trasmettitori non solo degli urti esterni, ma anche della forza motrice proveniente dall’interno.

La funzione delle correnti vitali praniche nei doppi eterici dei minerali, dei vegetali e degli animali, è quella di risvegliarvi la materia astrale latente, racchiusa nella struttura dei loro elementi atomici e molecolari, producendovi un “fremito” che permette alla Monade della forma di incorporarvi materiale astrale, coi quali poi gli spiriti di natura costruiscono una massa appena organizzata, che è il futuro corpo astrale.

Nel minerale la materia astrale è così poco attiva che non vi è alcun notevole segno di attività dell’astrale sul fisico. Nei vegetali più elevati l’aumentata attività astrale agisce sul corpo eterico, ed attraverso questo sulla materia densa. Negli animali la coscienza astrale, molto più sviluppata, raggiunge il doppio eterico e per mezzo di vibrazioni eteriche stimola il complesso del sistema nervoso, il quale nei vegetali è appena accennato.

Così gli impulsi raccolti dalla coscienza – che è volontà di passare attraverso a delle esperienze – danno vita a vibrazioni astrali; queste a loro volta producono delle vibrazioni nella materia eterica. L’impulso viene quindi dalla coscienza, ma la costruzione del sistema nervoso, che la coscienza a questo stadio non è ancora capace d’intraprendere, è eseguita dagli spiriti di natura eterici, sotto la direzione degli Esseri Luminosi del terzo regno elementale e del Logos, che lavora attraverso l’Anima-gruppo.

In primo luogo appare nel corpo astrale un centro, che ha la funzione di ricevere le vibrazioni esterne e di rispondervi. Da questo centro astrale le vibrazioni passano al corpo eterico, producendovi dei vortici eterici che attirano a sé particelle di materia fisico più densa: queste finiscono per formare una cellula nervosa, e poi gruppi di cellule, che ricevendo le vibrazioni del mondo esterno, le trasmettono ai centri fisici e quelli astrali agiscono e reagiscono gli uni sugli altri, divenendo sempre più complessi ed efficienti. Con queste cellule nervose viene anzitutto costituito il sistema simpatico dagli impulsi originati nel mondo astrale, poi viene formato il sistema cerebro-spinale dagli impulsi che hanno origine nel mondo mentale.

Il sistema simpatico resta sempre collegato direttamente ai centri astrali. È importante notare che questi centri astrali non sono i chakram astrali, di cui parleremo più avanti, ma sono semplici raggruppamenti esistenti nel veicolo astrale; essi formano il principio dei centri destinati a costruire gli organi del corpo fisico. I chakram astrali si formano più tardi, in un periodo di evoluzione molto più avanzato.

Da questi centri – che non sono chakram – vengono formati dieci organi fisici. Di questi, cinque hanno la funzione di ricevere le impressioni dal mondo esterno: in sanscrito sono detti Inanendriyas, che letteralmente significa “sensi della coscienza” o centri sensori, i quali sono connessi con gli occhi, le orecchie, la lingua, il naso e la pelle; gli altri cinque hanno la funzione di trasmettere le vibrazioni dalla coscienza al mondo esterno: in sanscrito sono detti Karmen-driyas, “sensi dell’azione” o sensori, i quali generano l’azione, essendo questi i centri motori del cervello fisico connessi con gli organi sensoriali delle mani, dei piedi, della laringe, degli organi della generazione e della secrezione.

Lo studioso deve ben notare che il prana, il quale scorre lungo i nervi, è completamente diverso e distinto da ciò che si chiama il magnetismo umano o fluido-nervoso, il quale è generato nel corpo stesso dell’uomo. Il fluido nervoso, o magnetismo, mantiene la circolazione della materia eterica lungo i nervi, o più esattamente lungo quello strato di etere che avvolge ogni nervo, allo stesso modo che il sangue circola nelle vene. Come il sangue porta l’ossigeno al corpo, così il fluido nervoso porta con sé il prana.

Inoltre, come le particelle del corpo denso fisico continuamente cambiano e vengono sostituite da altre formate dagli alimenti, dall’acqua e dall’aria, così pure le particelle del corpo eterico continuamente cambiano e vengono rimpiazzate da nuove particelle eteriche, introdotte nel corpo con gli alimenti, con l’aria respirata e col prana, nella forma conosciuta col nome di “globulo di vitalità”, che descriveremo più avanti.

Prana, o vitalità, esiste su tutti i piani – fisico, astrale, mentale, ecc. Prana, la Vita Unica, è il “centro in cui sono fissati i raggi della ruota universale” (Inno a Prana, Atahrva Veda XI, 4). Però noi qui ci occuperemo soltanto del suo aspetto e della sua azione sul piano fisico. Va notato inoltre che sul piano fisico il prana è settemplice, e cioè esiste in sette forme diverse.

Abbiamo già visto che il prana è completamente indipendente e distinto dalla luce, dal calore, ecc.; pur tuttavia la sua manifestazione sul piano fisico sembra dipendere dalla luce solare: infatti, quando abbonda la luce abbonda anche il prana, quando manca quest’ultima manca pure il prana.

Il prana viene irradiato dal sole e penetra in alcuni degli atomi fisici ultimi, che in quantità innumerevole fluttuano nell’atmosfera terrestre. Questa forza pranica, come si è detto, “penetra” nell’atomo fisico, ma non dal di fuori; essa proviene da una dimensione superiore, la quarta, per cui al chiaroveggente appare come se scaturisse dal seno dell’atomo stesso.

Vi sono così due forze che penetrano l’atomo dall’interno:

  1. la forza della volontà del Logos, che mantiene l’atomo nella forma adatta
  2. la forza pranica

È importante notare che il prana proviene dal Secondo Aspetto della “Divinità Solare”, mentre la forza di volontà emana dal Terzo Aspetto.

La forza vitale trasmette all’atomo una vita addizionale che gli dà un potere di attrazione.

L’effetto del prana sugli atomi differisce nettamente da quelli dell’elettricità, della luce, del calore o di altre espressioni di Fohat. L’elettricità irrompendo negli atomi li fa deviare e li costringe ad agire in un dato modo; inoltre, imprime loro una diversa rapidità vibratoria. Ogni varietà di Fohat, come l’elettricità, la luce, il calore, determina una oscillazione dell’intero atomo; l’ampiezza di ogni oscillazione è enorme in confronto alle dimensioni dell’atomo stesso; ben inteso, queste forze agiscano sull’atomo dall’esterno.

Gli studiosi di occultismo conoscono la forma e la struttura dell’atomo fisico ultimo, la più piccola delle particelle di materia che costituiscono il piano fisico, le cui combinazioni determinano quelle molte altre che noi chiamiamo solidi, liquidi, gas, ecc.

L’energia pranica, dunque, emana dal sole, penetra in alcuni atomi della nostra atmosfera e li rende luminosi. Un simile atomo caricato di questa vita addizionale, possiede un potere d’attuazione sestuplo, cosicché immediatamente si aggrega altri sei atomi, li dispone secondo una determinata forma, dando luogo a ciò che in Chimica Occulta si chiama un elemento hyper-meta-proto, o combinazione di materia del sotto-piano sub-atomico. Questa combinazione differisce da tutte quelle sin qui osservate, per il fatto che la forza che la crea e la tiene unita proviene dal Secondo Aspetto della Divinità Solare anziché dal Terzo. Questa forma è stata chiamata “globulo di vitalità”.

I globuli per il loro bagliore e per la loro estrema attività, possono essere scorti in gran numero da chiunque in una giornata luminosa si dia la pena di fissare attentamente lo sguardo nell’atmosfera. Il miglior modo per vederli è quello di staccare lo sguardo dal sole e di concentrarlo a circa un metro di distanza, sopra uno sfondo di cielo limpido. Il globulo è brillante, quasi incolore e può essere paragonato alla luce bianca. Abbiamo già osservato che la forza vivificatrice di questi globuli, benché sia del tutto differente dalla luce, pare tuttavia che non possa manifestarsi senza questa. Quando il sole risplende, la vitalità scaturisce e si rinnova incessantemente, ed i globuli vengono generati in quantità incredibile; quando invece il tempo è nuvoloso, si nota una grande diminuzione di globuli, e durante la notte sembra che la loro produzione cessi interamente. Si può dire perciò che durante la notte viviamo della riserva prodotta il giorno prima, e benché sembri impossibile il suo completo esaurimento, pur tuttavia la riserva si impoverisce quando c’è un lungo seguito di giornate nuvolose.

Spetta naturalmente all’elementale fisico il compito di difendere il corpo e di assimilare la vitalità, in modo da reintegrare il corpo fisico. Quando il corpo fisico è sveglio, i nervi ed i muscoli sono in tensione, pronti ad agire immediatamente. Quando invece il corpo è addormentato, l’elemento fa sì che i nervi ed i muscoli si rilascino, ed esso si dà in modo particolare ad assimilare la vitalità. Questo spiega il potere grandemente ristoratore del sonno, sia pure di breve durata.

L’elementale lavora meglio nelle prime ore della notte, quando la vitalità è più abbondante. L’assorbimento di globuli è invece minimo dalla mezzanotte all’alba, ecco perché in queste ore avviene il maggior numero di decessi. Da ciò il detto: un’ora di sonno prima della mezzanotte vale due ore di quelle dopo. Non occorre dire che d’inverno l’apporto di prana è minore che di estate.

Inoltre, siccome il prana non è diffuso soltanto sul piano fisico, ma anche su tutti gli altri piani, l’emotività, l’intelligenza e la spiritualità ricevono il massimo stimolo sotto cieli puri, col grande aiuto della luce solare. Si può aggiungere che anche i colori del prana eterico corrispondono, fino ad un certo punto, alle relative tinte del piano astrale. Per ciò i buoni sentimenti ed i pensieri puri agiscono sul fisico, aiutandolo ad assimilare il prana ed a mantenersi in tal modo sano e vigoroso. Viene così chiarita la stretta relazione esistente fra la salute spirituale mentale ed emozionale con quella del corpo fisico; ci torna alla mente il ben noto detto del Signore Buddha: il primo passo sulla via del Nirvana è una perfetta salute fisica.

Il globulo di vitalità, dopo essersi caricato, rimane come un elemento sub-atomico, e non sembra soggetto ad alcun cambiamento o perdita di forza, finché non viene assorbito da un essere vivente.

Prima d’iniziare lo studio di un soggetto estremamente interessante ed importante, quale l’assorbimento del prana da parte del corpo fisico, occorre studiare il meccanismo del doppio eterico che rende possibile tale assorbimento.

Il doppio eterico – Arthur Powell